L’esigenza del limite si manifestò sin dal 1991, quando la legge antiriciclaggio n. 197, la prima in Italia e all’avanguardia in Europa, si fece carico delle istanze provenienti dal mondo finanziario e investigativo, in quanto il contante aveva registrato un esponenziale ammontare di utilizzi a fini delinquenziali. Erano gli anni bui del terrorismo e della metamorfosi delle mafie nostrane, che scoprivano il riciclaggio per spostare capitali di illecita creazione dal mercato criminale a quello legale. Infatti il limite venne fissato ai 20 milioni di lire, per arrivare al 2007, quando lo fissammo (chi scrive fece parte della Commissione redattrice del decreto 231) a 5.000 euro.
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