“Al Qaeda allora aveva la necessità di dare un segnale della sua esistenza e purtroppo scelse quelle modalità dimostrative che furono il massimo dell’attacco all’odiatissima America, che ovviamente rappresentava e rappresenta il nemico principale, il modello occidentale da sconfiggere, modello economico e sociale da attaccare”. Lo ha affermato all’Adnkronos Ranieri Razzante, direttore Centro di Ricerca sulla Sicurezza ed il Terrorismo, in occasione della ricorrenza dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, aggiungendo: “Del giorno dell’attentato di 18 anni fa ricordo di aver pensato a quanto fossimo vulnerabili: un grande senso di impotenza, di ineluttabilità, un evento che non si può certo dimenticare”.
“Non so se oggi Al Qaeda abbia bisogno di stragi del genere, non so se compirebbe un atto così forte dato che, come è accaduto 18 anni fa, esso ha comportato un’ovvia ritorsione, allarmò il mondo e l’intelligence tutta ai massimi livelli. Al Qaeda subì poi delle forti perdite, è stata decimata, ma non ancora eliminata. Ed oggi -ha osservato- è ancora forte e diffusa soprattuto negli stati del Nord Africa. Fu un attentato che si avvicinò molto, come atto, a quello delle stragi mafiose. Un attentato che doveva servire a incutere terrore e proclamare: ‘Noi esistiamo e siamo il terrore dell’occidente’. Un segno di esistenza e doveva essere il più comunicativo possibile”.
“Al Qaeda, da allora, è considerata la capostipite, colei che ha inaugurato il terrorismo stragista e moderno: ‘guardate cosa possiamo fare negli Stati Uniti’, con conseguente proselitismo, recrudescenza dell’estremismo religioso e soprattutto sociale. – ha affermato ancora Razzante – L’Isis è un’altra cosa, nasce da una costola di Al Qaeda, ha sì commesso attentati e provocato tante vittime, ma non ha fatto crollare due grattacieli: Isis ha agito con modalità molto più semplici, oserei dire più ‘rozze’, mentre Al Qaeda ha attuato un terrorismo più ‘politicizzato”’.
“Vorrei poi ricordare e sottolineare che all’epoca si disse che se fossero stati intercettati due bonifici sospetti, che passarono per banche americane, forse sarebbero stati bloccati i fondi necessari per compiere l’attentato – ricorda Razzante, che insegna legislazione antiriciclaggio all’Università di Bologna – non so se effettivamente si potevano bloccare, quello che posso dire è che con i possedimenti e l’abilità imprenditoriale di Al Qaeda si inaugura la nuova finanza, o meglio il nuovo sistema di finanziamento del terrorismo. L’attentato alle Torri Gemelle costò circa 500mila euro, l’attentato più costoso nella storia degli attacchi terroristici, e con questo Al Qaeda fece capire anche di essere una potenza finanziaria, economica, dando il via alla stagione della ‘finanza terroristica’”.
“L’Isis copia Al Qaeda, ma non allo stesso livello, non ha lo stesso stile. – spiega ancora Razzante – Isis utilizza, come Al Qaeda, i social in maniera esasperata mostrando esecuzioni, uccisioni e i martiri occidentali, inaugurando la stagione di internet come mezzo di propaganda più sfacciata di quella di Al Qaeda. L’Isis copia ed implementa questo tipo di strategia. Le due organizzazioni sono diventate rivali, anche per gli effetti degli attacchi occidentali nei loro confronti”.
“Certo è che oggi Al Qaeda non è finita, è solo più silente; in particolare in Libia e nei Territori occupati. Mi si consenta: se non risolviamo i problemi in Libia, e vanno risolti sul posto, la situazione non cambierà. E’ necessario andare in Libia, nella regione del Sahel, e vanno creati degli hot spot e check point con i caschi blu dell’Onu e forze militari europee, se si vuole risolvere la questione migranti. Vanno trovati accordi con le tribù locali anche per porre fine a questo traffico di esseri umani che finanzia le organizzazioni del terrore e quelle criminali”.