Su morte figlio Bin Laden, ‘rischio fronte comune Isis al-Qaida’

L’intervista del Prof. Razzante ad AdnKronos

“Il colpo ad al-Qaida è molto duro e certamente si tratta di un successo americano che a pochi giorni dall’11 settembre rappresenta una svolta simbolica non indifferente. Un successo non solo per gli Stati Uniti ma per la lotta che l’intelligence di tutto il mondo svolge contro il terrorismo”. All’Adnkronos il commento di Ranieri Razzante, Direttore del Centro di Ricerca sulla Sicurezza ed il Terrorismo, circa l’ufficializzazione da parte della Casa Bianca dell’uccisione di Hamza bin Laden, figlio di Osama bin Laden.
“La data a ridosso dell’attentato al World Trade Center è significativa anche per al-Qaida i cui membri credono molto nel simbolismo – aggiunge – nonostante il figlio di Osama sia sempre rimasto un po’ nell’ombra e non abbia preso il posto del padre, ruolo rivestito dal leader Ayman al-Zawahiri, comunque rappresentava una figura di riferimento, se non altro simbolica, molto forte”.
“Pur non essendo capo delle forze armate comunque questa uccisione rappresenta un duro colpo che ha distrutto uno dei vertici dell’associazione terroristica e che sicuramente ha stordito tutti i membri di al – Qaida”, commenta Razzante.
“A questo punto gli effetti immediati saranno due – chiosa- il primo, augurabile, di arrestare l’onda di popolarità di al -Qaida nei paesi dove si trovano le cellule terroristiche. Il secondo effetto, non auspicabile ma verosimile, è una reazione forte di risposta perché al-Qaida, sebbene sia stata colpita al cuore, non è morta anche in virtù della sua struttura gerarchica e piramidale, simile a quella delle associazioni mafiose italiane, con capi e cellule sparse in tutto il mondo”.
“Potrebbe partire presto l’ordine a una cellula di colpire innanzitutto l’America ma poi anche gli stati ad essa politicamente vicini – spiega – senza fare terrorismo psicologico bisogna ricordare che in questi casi, nonostante il duro colpo,il livello di guardia non si abbassa ma al contrario l’allerta è ancora più elevata per via delle potenziali ripercussioni”.
“A questo punto mi aspetto come minimo a breve un comunicato di al- Qaida in merito. Al di là del trionfalismo americano non bisogna dimenticare che finché il capo spirituale e politico, Ayman al-Zawahiri, è ancora in vita, al – Qaida rimane una realtà calda e attiva”.
“Con questo episodio – conclude – l’Isis da concorrente, che ultimamente è in calo di popolarità, potrebbe sfruttare la vicenda per compattarsi con al- Qaida e fare fronte comune. Non sorprenderebbe se dichiarassero una nuova guerra che rinsaldi i rapporti tra le due forze, usando questa morte come pretesto per una nuova ondata di violenza sulla scia dello spirito di rivalsa. Questo implicherebbe una minaccia ancora più pericolosa. Un’operazione del genere rischia di rafforzare quell’amicizia e alleanza tra due forze terroristiche che invece da anni era compromessa”.

Roma, 14 set.